Le
Marche custodiscono al loro interno innumerevoli luoghi dove l'uomo,
durante il corso del tempo, ha avuto la possibilità di sentirsi
maggiormente in contatto con il divino. Si tratta di luoghi mistici,
dominati dal silenzio, che hanno spinto molti a praticarvi quella che
veniva considerata la più alta forma di monachesimo: l'eremitismo.
Uno di questi posti pieni di fascino è l'Eremo dei Frati Bianchi di Cupramontana, luogo ancora oggi carico di attrattive, immerso nel verde dei colli marchigiani, circondato dai boschi. L'edificio principale fa da sfondo ad un grande giardino che accoglie chi decide di incamminarsi per il sentiero diretto in questo luogo dal fascino spirituale. Sulla sinistra si susseguono invece le celle dove i monaci si recavano per trascorrere alcuni periodi in completa ascesi. Le stanze sono state scavate direttamente nella roccia, per questo il monastero è conosciuto anche come Eremo delle Grotte.
Come Arrivare
Dopo aver
imboccato l'uscita Apiro Mergo della SS73 si prosegue per circa 2,5
km verso Apiro fino a quando non si trovano indicazioni sulla
sinistra. Da qui l'eremo può essere raggiunto a piedi, proseguendo
lungo un sentiero che passa all'interno del bosco: si tratta di
un'area floristica protetta di circa 20 ettari all'interno della
quale sono presenti diverse specie di piantagioni rare o particolari,
come l'ontano nero, il giglio rosso, l'orchidea piramidale, etc... Il
breve, ma suggestivo sentiero che porta fino allo spiazzo dove
troverete l'eremo è costeggiato dal ruscello anticamente denominato
Fossato del Corvo.
I
Camaldolesi
La
congregazione Camaldolese consiste paradossalmente in un "gruppo
di eremiti". Un ordine simile venne fondato perché l'eremitismo
veniva sì considerato come la forma perfetta del monachesimo, ma,
d'altra parte, era anche la più pericolosa, perché nella solitudine
si poteva cedere alle tentazioni. Grazie a queste congregazioni però, i monaci potevano ricevere la giusta formazione durante la vita
comunitaria e, in seguito, quando venivano considerati abbastanza
maturi spiritualmente, potevano spostarsi dal cenobio all'eremo.
I
Camaldolesi vennero fondati da San Romualdo e si insediarono in
numerose aree del centro Italia, tra cui l'Eremo dei Frati Bianchi,
che prende il nome dal saio candido appartenuto alla congregazione,
stanziata in questo luogo per più di quattro secoli.
I
Personaggi
Giovanni
Maris e Matteo Sabbatini: Giovanni
Maris fu probabilmente il primo eremita a vivere in una grotta di
questa zona, scavata ad una decina di metri d'altezza. Dopo aver
passato buona parte della sua esistenza in ascesi, nella speranza di
guadagnarsi la beatitudine eterna la grotta gli venne donata con
regolare atto notarile dal
suo legittimo proprietario. Questo è il primo documento che abbiamo
sull'eremo. Matteo Sabbatini, emulo di Giovanni, si scavò una grotta
di fianco a quella del
confratello per poterlo
assistere durante l'ultimo periodo di
vita. Rimase in questi luoghi fino alla sua stessa morte.
Antonio
da Ancona: Antonio da Ancona fu
un personaggio particolare ed enigmatico. Chiese di essere ammesso
all'Ordine dei Camaldolesi pur non sapendo molto di regole monastiche
e religione, inoltre non avvicinava nessuno, non parlava mai di se e
diceva di essere anconetano pur avendo un accento diverso. Le persone
iniziarono ben presto ad interrogarsi sul suo passato e ad essere
sospettose nei suoi confronti. Oggi conosciamo il perché di questo
comportamento grazie agli annali camaldolesi che ci dicono "Questi
nato a Recanati, qui in gioventù aveva preso moglie, ma in seguito,
come era noto a tutti, avendola sorpresa in flagrante adulterio, egli
stesso l'aveva uccisa. Essendo poi Antonio di natura mite e di animo
pio, quantunque poco avesse da temere dalla giustizia terrena,
tuttavia non poteva non temere il tremendo giudizio di Dio..."
decise quindi di espiare le proprie colpe vivendo come eremita.
I
fratelli Tanaglia: Ludovico e
Raffaele tanaglia cercarono di essere accolti all'eremo dei frati
bianchi nel 1526. Dopo aver abbandonato le armi erano infatti
desiderosi di entrare a far parte dell'Ordine Francescano
dell'Osservanza, ma vi avevano trovato una tale inosservanza della
disciplina e rilassatezza di
costumi che avevano deciso
di ripiegare verso il
modello di vita ascetico dell'eremo.
I due vennero però allontanati per il timore di attirare odi e
inimicizie da parte degli osservanti e questo portò a conseguenze
importanti per tutta la storia regionale: dopo essere stati respinti
ripresero il loro girovagare e raggiunsero Camerino, dove si
aggregarono a Matteo da Bascio. Qui, appoggiati da Caterina Cybo
diedero vita all'ordine dei frati Cappuccini.
Oggi
l'Eremo dei Frati Bianchi sta venendo ristrutturato ed è sede di
numerosi eventi, ma è splendido da visitare anche in solitudine,
così da poter passeggiare in un ambiente in cui si respira la calma
di un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, osservare
la splendida vista della vallata oltre il bosco
e rivivere quella condizione di vicinanza con il divino che ha
accompagnato l'esistenza di chi,
in questo posto, ha scelto
di trascorrere la vita.